tratto da www.pianetamountainbike.it
'Eccomi di nuovo qui. Come ogni anno arriva Il Lunedì in cui mi sento costretto a parlare dal punto di vista di un organizzatore.
Sarà perché ho passato una settimana infernale prima di veder partire 400 atleti che si sono ben presto infilati in una stradina nel bosco, tutti con la bava alla bocca e lo sguardo assassino. Forse perché svegliarsi alle 5 del mattino(con anche il cambio d'ora) per spostare transenne nella gelida mattina lombarda ha lasciato il segno nel mio essere profondo, ma nonostante queste traversiae, nonostante io sappia benissimo a cosa vado (anzi andiamo: io ed i miei compagni di squadra) in contro organizzando una gara, sono 4 anni che mi danno l'anima per far si che la manifestazione risulti ogni volta migliore.
Organizzare una gara è davvero una fatica, fisica e psicologia, che nessuno può immaginare finché non ci finisce in mezzo.
Dal punto di vista dei corridori basta tirare due bindelle e gonfiare un arco...il tutto a fatica zero.
Dal punto di vista degli sponsor non serve che mettere belli e grandi striscioni dove ci sono le telecamere...il tutto a costo zero.
Invece ci sono migliaia di piccole cose da fare, da sistemare, da considerare.
I problemi sorgono da soli come funghi nei momenti meno opportuni, esempio: a 2' dalla partenza manca l'alimentatore del microfono dello speaker oppure un cartello girato dai soliti 'simpaticoni' ha mandato i furgone della squadra più importante a perdersi nella brughiera.
Soprattutto un organizzatore deve cercare di interpretare l'umore del gruppo in quel momento ed 'inventare' nuove soluzioni che soddisfino l'80% dei bikers.
Dico l'80% e non il 100% perché ci saranno sempre gli scontenti.
Tra questi ci sono quelli che lo sono a ragione o quasi...o che comunque motivano in maniera corretta la loro delusione, poi ci sono i 'bikers lamentosus' (latinismo) che troveranno sempre qualcosa che non va nella tua gara, ma spesso sono proprio questi ultimi quelli che ti danno la carica al termine della prova, perché mentre ti parlano con il loro tono ironico di quello che la sa lunga, anche se si è sempre ben tenuto lontano dall'oirganizzare una gara, tu pensi -AH SI! ALLORA IL PROSSIMO ANNO LA RIFACCIO ANCORA MEGLIO E VEDIAMO SE RIESCI A DIRMI ANCORA QUALCOSA... - naturalmente il pensiero finisce con una serie di ingiurie, che lascio alla vostra immaginazione.
Il succo di ciò però qual è?
E' che comunque vada, quando ti ritrovi alle 17.30 seduto con i tuoi amici a mangiare gli avanzi dei ristori, sfinito dalla fatica dopo 12 ore di lavoro, dopo aver montato e smontato tutto, aver ripulito il tracciato e parlato, gioito e discusso con 200 persone diverse raccogliendo elogi ed insulti, ti accorgi di aver dato qualcosa a qualcuno.
Di aver realizzato qualcosa di VERO.
E questo basta a renderti felice, non conta che alle 19.23 ti infili sotto le coperte e spegni la luce'.
Andrea Sabbadin
I'm forever blowing bubbles
Pretty bubbles in the air
They fly so high, nearly reach the sky
Then like my dreams they fade and die.
Fortune's always hiding
I've looked everywhere
I'm forever blowing bubbles
Pretty bubbles in the air
Pretty bubbles in the air
They fly so high, nearly reach the sky
Then like my dreams they fade and die.
Fortune's always hiding
I've looked everywhere
I'm forever blowing bubbles
Pretty bubbles in the air
lunedì, marzo 31
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