I'm forever blowing bubbles
Pretty bubbles in the air
They fly so high, nearly reach the sky
Then like my dreams they fade and die.
Fortune's always hiding
I've looked everywhere
I'm forever blowing bubbles
Pretty bubbles in the air

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giovedì, settembre 10

CANBERRA, UN VERO SUCCESSO?

La spedizione azzurra torna dai mondiali di Canberra con un ricco bottino: due ori e la leadership nel medagliere.
A prima vista sembrerebbe davvero un ricchissimo risultato, ma è davvero così? Dobbiamo davvero essere soddisfatti di questa edizione dei world championship?

Partiamo dal principio: la staffetta. Stranamente tutti i grandi media del settore non avevano annoverato la nostra nazionale nella cerchia delle rappresentative destinate al podio anche se nonostante tutto i nostri sono da sempre tra le squadre più forti e quest'anno sia Fontana, sia Lechner avevano dimostrato di essere davvero forti, per non parlare di Gerhard Kerschbaumer. Una gara solida che ha messo in evidenza la forza del gruppo andando ad esaltare le caratteristiche individuali per trasformarle in un unica onda vincente.
Sicuramente questa è la gara da incorniciare per questo 2009.
Il punto di partenza, lo stimolo per intraprendere un viaggio verso un nuovo corso della nazionale, quello di lavorare sui giovani.
Poco dopo il mondiale italiano si trasforma in Gerhard Kerschbaumer.
Lo junior altoatesino stravince la gara iridata, domina con la stessa sicurezza che aveva messo in campo nelle gare di coppa e negli altri due titoli stagionali quello europeo e quello italiano.
Senza dubbio ci troviamo difronte ad un fenomeno, un vero campione in erba, ma attenti!
Gerhard è solo uno junior, un giovanissimo 18enne con un lungo viaggio davanti prima di diventare una vera stella del firmamento mondiale MTB.
Non voglio fare l'uccello del malaugurio, ma voglio solo mettere in evidenza il fatto che anche Tony Longo, Marco Bui e soprattutto Dario Acquaroli all'età di Gerhard erano dei super-atleti, ma poi qulacosa non è andato e si sono un pò persi, a livello internazionale.
La mancanza di una struttura tecnica solida, scelte errate e forse un po' troppa attenzione ed aspettativa hanno tarpato le ali di queste promesse.
Spero che per Kerschbaumer il futuro si asolo rose e fiori, ma il percorso che sta intraprendendo è davvero difficile.
Forse cercare un posto in un team estero potrebbe preservarlo dalle coccole italiane. Forse.
Fin qui sembra che sia stato davvero un sogno, ma le delusioni ci sono state? Beh senza dubbio tra gli Under23 ci si aspettava molto di più.
Cristian Cominelli ha chiuso nelle retrovie a causa di una caduta, ma non ha mai dato davvero l'impressione di avere lo spunto giusto per essere davanti a lottare, mentre Schweiggl partiva troppo dietro per avere qualche chance, anche se la sua gara è stata comunque buona.
Personalmente sono soddisfatto della nostra campionesse itlaiana Eva Lechner e del suo 9° posto. Questo è il suo miglior risultato mondiale.
Entrare nel nugolo delle migliori 10 non è facile. Eva in questi ultimi anni sta migliorando molto, ma gradualmente.
Forse con l'inserimento di Paola PEzzo nello staff troverà quella figura femminile di riferimento che le è sempre un po' mancata ed allora riuscirà a sviluppare tutto il suo potenziale. Un futuro in divenire.
Forse ciò che più ha lasciato l'amaro in bocca agli appassionati italiani è stato l'undicesimo posto di Marco Aurelio Fontana. Il pubblico si aspettava un altro exploit come quello Olimpico, ma questa volta il miracolo non è avvenuto.
Marco senza alcun dubbio è il nostro atleta più forte, ma purtroppo ancora gli manca qualcosa per essere competitivo, e con questo intendo competitivo per il podio, a livello mondiale.
Per il momento il quinto/quarto posto rimangono il suo limite, insieme all'esuberanza che forse gli fa sprecare troppe energie ad inizio gara, ma parlare da qui, da dietro un computer è facile.
Sicuramente Fontana è nella squadra giusta per crescere, un compagno come Paulissen non si trova tutti i giorni.
Ma allora questa spedizione un successo o un flop? Per me, personalmente, secondo la mia opinione singola, non un trionfo, ma una bellissiima base da cui sviluppare un progetto a lungo termine. Rimbocchiamoci le maniche, tutti!'

lunedì, giugno 9

Non mi ricordo quanto tempo è passato...

Lunedì. Inizia una nuova settimana, anche se in realtà la mia settimana inizia la domenica e finisce il sabato, ma nell'immaginario collettivo, e quindi anche nel mio, il Lunedì è visto come quel giorno in cui tutto inizia, l'avvio di una nuova, piccola, porzione di vita.
Che dire dei 7 giorni appena passati, se non che sono stati un'alternanza di alti e bassi, di cose da fare e da non fare, di doveri e piaceri...è stata una settimana come le altre, ma in fondo in fondo qualcosa di diverso lo ha avuto. Un rapido pensiero, uno scatto d'emozione che mi ha colpito alle 2.15 della notte di domenica o della mattina di oggi...qualcosa che prima mi ha lasciato perplesso, per poi insinuarmi un alone di tristezza: Non ricordo quanto tempo è passato.

A parte questa piccola defaillance post-domenicale tutto è filato per il verso giusto, anche se i problemi all'ADSL mi hanno rallentato un po' il lavoro in settimana ed il sabato sera "movimentato" ha lasciato postumi degni del nome.

Due pomeriggi su tre di studio hanno dato frutti e gli allenamenti sono stati un'alternanza di corsa e rulli causa maltempo perseverante.
A ben guardare la settimana è stata un po' uno schifo, ma l'ho affrontata con il sorriso e quindi ora mi sembra molto migliore di quello che era in realtà...cavolo funziona.

"chiudersi dentro al copriletto, chiudere gli occhi e sperare che quando si esce il mondo attorno sia finalmente come voglio io..."
Da oggi si inzia di nuovo e vedremo come va...intanto vorrei uscire a correre tra un paio d'ore, ma il cielo nero pece non mi rasicura.
!!I'm running in the rain!!

Di buono c'è che ho scritto un nuovo racconto, o meglio lo sto scrivendo,e "qualcuno" lo ha avvicinato allo stile di Nick Hornby...penso sia stato uno dei momenti migliori della settimana!

Allenamenti:
Venerdì: Corsa 45'
Sabato: Rulli 1h30'
Domenica: Riposo

lunedì, marzo 31

Il Lunedì

tratto da www.pianetamountainbike.it

'Eccomi di nuovo qui. Come ogni anno arriva Il Lunedì in cui mi sento costretto a parlare dal punto di vista di un organizzatore.

Sarà perché ho passato una settimana infernale prima di veder partire 400 atleti che si sono ben presto infilati in una stradina nel bosco, tutti con la bava alla bocca e lo sguardo assassino. Forse perché svegliarsi alle 5 del mattino(con anche il cambio d'ora) per spostare transenne nella gelida mattina lombarda ha lasciato il segno nel mio essere profondo, ma nonostante queste traversiae, nonostante io sappia benissimo a cosa vado (anzi andiamo: io ed i miei compagni di squadra) in contro organizzando una gara, sono 4 anni che mi danno l'anima per far si che la manifestazione risulti ogni volta migliore.

Organizzare una gara è davvero una fatica, fisica e psicologia, che nessuno può immaginare finché non ci finisce in mezzo.
Dal punto di vista dei corridori basta tirare due bindelle e gonfiare un arco...il tutto a fatica zero.
Dal punto di vista degli sponsor non serve che mettere belli e grandi striscioni dove ci sono le telecamere...il tutto a costo zero.
Invece ci sono migliaia di piccole cose da fare, da sistemare, da considerare.

I problemi sorgono da soli come funghi nei momenti meno opportuni, esempio: a 2' dalla partenza manca l'alimentatore del microfono dello speaker oppure un cartello girato dai soliti 'simpaticoni' ha mandato i furgone della squadra più importante a perdersi nella brughiera.

Soprattutto un organizzatore deve cercare di interpretare l'umore del gruppo in quel momento ed 'inventare' nuove soluzioni che soddisfino l'80% dei bikers.
Dico l'80% e non il 100% perché ci saranno sempre gli scontenti.
Tra questi ci sono quelli che lo sono a ragione o quasi...o che comunque motivano in maniera corretta la loro delusione, poi ci sono i 'bikers lamentosus' (latinismo) che troveranno sempre qualcosa che non va nella tua gara, ma spesso sono proprio questi ultimi quelli che ti danno la carica al termine della prova, perché mentre ti parlano con il loro tono ironico di quello che la sa lunga, anche se si è sempre ben tenuto lontano dall'oirganizzare una gara, tu pensi -AH SI! ALLORA IL PROSSIMO ANNO LA RIFACCIO ANCORA MEGLIO E VEDIAMO SE RIESCI A DIRMI ANCORA QUALCOSA... - naturalmente il pensiero finisce con una serie di ingiurie, che lascio alla vostra immaginazione.

Il succo di ciò però qual è?
E' che comunque vada, quando ti ritrovi alle 17.30 seduto con i tuoi amici a mangiare gli avanzi dei ristori, sfinito dalla fatica dopo 12 ore di lavoro, dopo aver montato e smontato tutto, aver ripulito il tracciato e parlato, gioito e discusso con 200 persone diverse raccogliendo elogi ed insulti, ti accorgi di aver dato qualcosa a qualcuno.
Di aver realizzato qualcosa di VERO.
E questo basta a renderti felice, non conta che alle 19.23 ti infili sotto le coperte e spegni la luce'.

Andrea Sabbadin

martedì, marzo 18

Il Lunedì - 17 Marzo

Tratto da http://www.pianetamountainbike.it/
Piccola analisi post-week end, un colpo d'occhio sulla situazione della MTB in Italia 'a caldo', subito dopo i fervori delle gare della domenica; un redazionale compilato con un occhio più sui commenti che sui risultati, uno spazio per parlare del 'movimento' piuttosto che dei leader delle classifiche.
Ricordiamo inoltre che Pianeta Mountain Bike offre la possibilità di commentare oppure leggere i commenti riguardanti le gare grazie all'apposita sezione riservata che trovate all'interno del menu a sinistra.

'Ieri mattina, mentre me ne stavo ranquillamente seduto sulla sabbia di Laigueglia, aspettando che Hannes Pallhuber arrivasse a braccia alzate, ho riflettuto un poco su questa strana domenica di marzo.
Strana perché con quasi 25° mi stavo sciogliendo dentro la felpa ed il gilet imbottito di Pianeta MTB e soprattutto perché con la Coppa del Mondo Marathon in Turchia tutti i migliori specialisti delle lunghe distanze italiane erano in quel preciso momento impegnati sui tecnici sentieri liguri.


Perché?

Le risposte possono essere tante: il fatto che una trasferta in Turchia costa caro ed in un ambiente 'povero' come quello della MTB in pochi possono permetterselo, oppure l'endemica malattia dei bikers Italiani di correre poco all'estero preferendo le più remunerative gare nazionali, oppure ancora la paura di non essere all'altezza anche se poi colgon risultati eccezionali come Annabella Stropparo.
La pluricampionessa Italiana in terra anatolica ha conquistato un bellissimo secondo posto, perdendo la volata per la vittoria contro la campionessa uscente Pia Sundsted.

Ho continuato a pensare a ciò anche dopo l'arrivo dei primi ed avvicinandomi a Mirko Pirazzoli per un 'intervista gli ho chiesto per quale motivo non fosse a Manavgat.
La sua risposta è stata lapidaria ed illuminante: 'Perché ci dovrei andare? Che senso ha una coppa del Mondo con due sole prove?'.
Fino a quel momento non avevo considerato la parte fondamentale.
In effetti anch'io non so se andrei a correre una gara di Coppa, sobbarcandomi lunghe trasferte ed alti costi(spedire in aereo una bicicletta costa davvero caro), magari con l'obbiettivo di vincere, ma con l'altissimo rischio di poter compromettere tutto con una giornata no.
Due gare sono pochissime, se vinci la prima e nella seconda fori arrivando solo al 6° posto quasoi certamente hai perso la Coppa.

Poi non ha neanche senso il 'calendario' se così lo si può chiamare.
La prima prova a Marzo e la seconda ad Ottobre, sei mesi di distanza, un'eternità, una stagione intera in cui può succedere di tutto.
Questa Coppa sembra una presa in giro, un modo di dire:' Noi l'abbiamo organizzata'.
Un altro buco nell'acqua della UCI, già piena di problemi.
A questo punto io farei una Coppa del Mondo Unica: XC ed MX insieme, così si potrebbe davvero eleggere il biker più completo e forte, un po' come capita in molti circuiti minori qui in Italia.

A proposito di Italia e Laigueglia.
La gara ligure di ieri mattina può essere davvero considerata una piccola Coppa Nostrana.
C'erano tutti i migliori, mancavano giusto un paio di atleti , quelli impegnati proprio i Turchia.
Hanno realmente infiammato il percorso ed il numeroso pubblico, 'gonfiato' dai chi a Laigueglia era solo per passare un bell week-endma che poi dal primo passaggio non ha tolto gli occhi dalla gara, offrendo una gara ricca di colpi di scena e gesti atletici.
Essere sulla discesa finale, quella tutta a sassi e scalini era come trovarsi al rally di San Remo, due ali di folla che acompagnavano con urla ed 'oooohhhh!!!' i NUMERI (positivi o negativi) dei bikers.
Finalmente un po' di pubblico si vede anche nel nostro mondo, speriamo che aumenti sempre di più.'

Andrea Sabbadin

lunedì, marzo 10

Il Lunedì - Il Castello di Montichiari

Tratto da http://www.pianetamountainbike.it/
'Si diceva che spostare il Trofeo G.Cigala dal castello di Brescia a quello di Montichiari avrebbe irrimediabilmente 'ucciso' la manifestazione. Invece i ragazzi del team Novagli hanno visto lungo e sono stati ripagati con ben 700 iscrizioni tra amatori ed agonisti.


Un numero davvero elevato per una manifestazione cross-country, disciplina che in Italia viene troppo spesso sottovalutata a favore delle ben più remunerative granfondo e marathon.

A Montichiari è andato in scena uno spettacolo vero, su un percorso molto bello sia per gli atleti sia, parte fondamentale, per il pubblico che riusciva a seguire più passaggi ad ogni giro spostandosi di poche centinaia di metri.


Questa è una parte davvero importante perché in un evento come una prova degli Internazionali d'Italia, bisogna considerare parte fondamentale della riuscita della manifestazione il pubblico e la sua facilità di movimento a bordo tracciato.

Il sabato durante le gare delle categorie agoniste, ma forse ancor di più la domenica con gli almatori, era un vero spettacolo vedere la gente sciamare da una parte all'altra del circuito, chi correndo, chi passeggiando tranquillamente, per 'intercettare' il maggior numero di volte l'appassionante duello che si stava svolgendo nella testa della corsa.


Non si può non sottolineare come anche gli atleti abbiano fatto la loro parte nel vivacizzare la corsa.
Nella categoria elite uomini la gara si è decisa solo all'ultimo giro, dopo sei tornate caratterizzate da una strenua lotta tra un gruppetto i cui nomi rientrano nel gotha della MTB mondiale.
Una gara che ha riservato colpi di scena fino all'ultima curva, dove Alvarez Gutierrez, vero fiammifero della gara fin dall'inizio, è stato protagonista di una scivolata che ha ricordato più una gara su strada che un arrivo XC.

Tra le donne purtroppo non è andato in scena il tanto atteso duello Stropparo-Dahle a causa dell'assenza, giustificata, della norvegese.
Così la nostra campionessa italiana ha dovuto lottare contro un'ottima Cicile Ravanel, che però a resistito solo fino al 3° giro, prima di gettare spugna bianca lasciando una vittoria solitaria alla biker vicentina.


Le gare degli amatori hanno sottolineato ancora una volta l'incredibile grado di preparazione degli atleti 'non-professionisti'.
Tempi che avrebbero fatto invidia anche agli elite, duelli al cardiopalma e vittorie tanto spettacolari quanto sofferte.

Personalmente una delle immagini che più mi è rimasta impressa nella mente è una frammento della partenza degli allievi ed esordienti.

Un assembramento di quasi 200 giovanissimi atleti. Tutti pronti a scattare come molle.
Facce tese e 'cattive' come professionisti affiancate da visi rilassati e sorridenti contenti solo di essere li in mezzo sotto la pioggia fine.

Pronti via...una massa unica si muove e li in mezzo succede qualcosa.
Una ruota si alza sopra le teste, un capottamento degno del miglio stuntman, ma a differenza di quanto succede normalmente con i grandi, qui il protagonista si rialza, niente imprecazioni o parole irriproducibili da mente umana, ma solo una sordida risata d'imbarazzo che continua mentre risale velocemente in bici e si lancia in gara ancora più divertito di prima, senza troppe preoccupazioni per le posizioni perse: è questo ciò che dovrebbero insegnare ai ragazzini, lasciando l'agonismo più puro a quando saranno grandi ed arrabbiati. ù

L'ultima cosa che voglio mettere sotto la lente d'ingrandimento è Marco Bui.
Il campione veneto a Montichiari ha dato l'ennesima prova della sua forza morale e fisica.
La sua è stata una gara che lo ha visto sempre spingere al massimo, senza risparmiarsi, sostenuto in maniera incredibile dal pubblico.
Quando marco stava arrivando lo si capiva dall'aumento incredibile del volume del tifo, segno che gli appassionati di MTB non hanno abbandonato, e probabilmente mai lo faranno, il nostro 'cavallo pazzo'.




Andrea Sabbadin

lunedì, marzo 3

Il Lunedì

Tratto da www.pianetamountainbike.it

Piccola analisi post-week end, un colpo d'occhio sulla situazione della MTB in Italia 'a caldo', subito dopo i fervori delle gare della domenica; un redazionale compilato con un occhio più sui commenti che sui risultati, uno spazio per parlare del 'movimento' piuttosto che dei leader delle classifiche.

Ricordiamo inoltre che Pianeta Mountain Bike offre la possibilità di commentare oppure leggere i commenti riguardanti le gare grazie all'apposita sezione riservata che trovate all'interno del menu a sinistra.

"Finalmente si sono viste le GRANDI SFIDE.
Ad inizio stagione noi amanti della MTB scrutiamo le classifiche delle gare confrontando tempi, km e prestazioni in modo da capire chi, tra i top biker, o anche tra i migliori delle categorie, è più in forma.

Si fanno un sacco di considerazioni de tipo: -Tale è andato come una moto a Cavriana, ma il percorso non presentava grandi difficoltà, mentre Tizio ha fatto 3° a Celle Ligure, li si che rampegava la salita, secondo me tra i due Tizio è più forte...-

Un sacco di idee campate per aria e formulate tramite conti ed equazioni che neanche Dulbecco saprebbe risolvere. Poi arriva la gara,in questo caso la GF de Muretto, che costringe tutti a mettere le carte in tavola.

Rispetto alla stagione scorsa sono cambiate molte cose, sopratutto sono cambiate molte maglie,tanto che sui due podii si sono viste ben 6 maglie completamente nuove.
Le grandi sfide sono andate in campo, i migliori si sono sfidati, hanno incrociato le loro lame fatte de gomma ed ingranaggi.

Molte sono state le conferme, meno le novità, ma l'inizio è promettente.
Ora si attende con trepidazione sabto. Montichiari e la prima prova degli Internazionali d'Italia.
Li la sfida sarà vera, nessuno vorrà cedere un passo all'avversario.
Il sudore si vedrà nonostante il clima sia ancora piuttosto freddino al mattino, ma vi assicuro che lo spettacolo sarà bellissimo. L

e GRANDI SFIDE di per sè sono fantastiche, ma su una gara XC vengono amplificate a massimo.
Se fossi in voi non mi perderei Montichiari e già che gi sono correreianche la gara di domenica
."

Andrea Sabbadin

martedì, febbraio 26

Il Lunedì

Tratto da "Il Lunedì" su Pianeta Mountainbike

Piccola analisi post-week end, un colpo d'occhio sulla situazione della MTB in Italia 'a caldo', subito dopo i fervori delle gare della domenica; un redazionale compilato con un occhio più sui commenti che sui risultati, uno spazio per parlare del 'movimento' piuttosto che dei leader delle classifiche.

Ricordiamo inoltre che Pianeta Mountain Bike offre la possibilità di commentare oppure leggere i commenti riguardanti le gare grazie all'apposita sezione riservata che trovate all'interno del menu a sinistra.

"Si è conclusa ieri la prima challenge della stagione il Gran Prix Regionale d'Inverno. Incredibile vedere come già a gennaio più di 300 persone si diano appuntamento sui sentieri ghiacciati, incuranti del freddo o del maltempo, ansiosi solo di spingere al massimo se stessi e la propria bicicletta.

Il gran prix ha dato la possibilità di osservare i bikers che probabilmente saranno protagonisti nel 2008.

Sicuramente uno di questi sarà Umberto Corti.
Giovannissimo, classe 1986, già lo scorso anno ha dimostrato di essere una delle più concrete speranze della MTB italiana, ma di sicuro tutti si aspettano un ulteriore miglioramento nel 2008.

Ancora non si può dire, ma vederlo pedalare nelle gare del Gran Prix d'inverno era davvero emozionante.
Con sapienza tattica leggeva la gara e si lasciava sfilare a fondo gruppo quando il percorso permetteva di rifiatare, oppure, come a Cavriana, si portava in testa fin da subito, ma senza mai dare l'impressione di essere al 100%, sempre agile e molto alto sulla bicicletta.

Umberto è davvero giovane e vederlo li davanti a tutti è la cosa che conta.
In un paese dove a vincere sono atleti molto 'navigati' cui va riconosciuto tutto l'onore di una carriera straordinari, forse quello che manca è proprio un vivaio che sia capace di creare giovani forti e determinati.

Guardandosi intorno, FORSE, questo sta iniziando ad accadere.
Molte squadre affiancano al proprio Team Agonisti anche squadre di allievi,esordienti e Junior.
Si sta creando così un sottobosco giovanile che dovrà essere assolutamente coltivato in maniera ottimale, con i giusti attrezzi e sopratutto con concime ASSOLUTAMENTE NATURALE, se si vuole sperare di ritornare a vedere maglie azzurre nelle prime posizioni delle gare internazionali.

Spesso mi è capitato di dirlo, ma dovremmo prendere esempio dalla Svizzera.
Gli elvetici sono da sempre ai massimi livelli internzaionali.
Tra gli elite hanno 2/3 top biker, ma la loro vera forza è nelle categorie giovanili, un vero dominio.

Il concetto è: 'Se si pianta tanto una o due piante perfette cresceranno'.

Sono le categorie giovanili il futuro della MTB, concentriamoci su queste e diamo loro la possibilità di svilupparsi, magari aumentando le gare XC, ma questa è un'altra storia..."

Andrea Sabbadin

martedì, febbraio 19

Lunedì

'L'inizio della stagione è, per me, uno dei periodi migliori.
Ci si sposta a correre in Liguria o in Toscana, al mare, dove il freddo non è pungente e la primavera sembra arrivare un po' prima.

In griglia tutti si salutano cordialmente, ognuno si informa, ostentando un falso disinteressamento prestazionale, su come ha passato l'inverno l'altro.

Ancora i duelli agonistici non sono scoccati, tutti, o quasi, pedalano per puro divertimento, per la voglia di ritornare ad attaccarsi il numero sulla schiena, non importa, o quasi, il risultato finale.

Ricominciano le trasferte di squadra.

Negli autogrill ci si incontra, ci si valuta e ci si conosce tra un cappucci, una brioche e l'analisi tecnica del nuovo telaio in carbonio montato sul tetto dell'auto.

Si rivedono i furgoni carichi di MTB, ruote e bikers sghignazzanti.

I piccoli borghi sede di gara si popolano di strani individui in tutine di lycra colorate, nell'aria il profumo dell'olio riscaldante si mescola a quello di salsedine, mentre la risacca del mare si mixa con il caratteristico ticchettio della ruota libera che gira a vuoto.

Sulle salite si ricomincia a sentire il silenzio rotto solo dall'ansimare e dallo sbuffare di quelle centinaia di atleti che faticano sotto lo sguardo interrogativo della vecchietta appostata fuori dalla porta a controllare che nessuno gli rovini l'orto appena seminato.

Si sentono le prime urla di vittoria, ma soprattutto si sente il bellissimo brusio felice del pasta party, il fumo che sale dai maccheroni (o dalle squisite frittelle liguri) condito dalle risate e dalle prese in giro dei bikers.

Ricominciano gli assembramenti davanti a piccoli fogli di carta, la ricerca ossessiva del proprio nome dentro un lunghissimo elenco, ricerca che normalmente non va a buon fine finché non arriva un compagno di squadra...perché, non so per quale motivi, ma nelle classifiche si trovano sempre i nomi degli amici e mai il proprio.

Ritorna la coda in autostrada e la caduta sul divano appena giunti a casa con il sonno che ti avviluppa finché non suona il cellulare: 'Uella bello...ho sentito che sei andato come una moto oggi?'.... e tutto ricomincia nel tuo racconto.'

domenica, febbraio 10

Gruppone

Il Lunedì (tratto da http://www.pianetamountainbike.it/)

“Il clima sta rapidamente volgendo al caldo. I ciclisti lo sentono ed escono in massa dai loro rifugi invernali proiettandosi sui sentieri o in strada.

Quelli che hanno svernato tra tabelle, ripetute e palestra domenica scorsa si sono visti a Castenedolo, Trevigiano Romano, Ledro oppure, come regola vuole, per mettere nel serbatoio un buon kilometraggio e ritmo gara hanno abbandonato la loro amata MTB per sellare la specialissima entrando nel foltissimo gruppo della GF Pedalando con… di Laigueglia(SV).

Gli altri si sono invece ritrovati la mattina presto davanti ad un bar o alla sede del club. Gruppi variabili dai 6 ai 60 ciclisti, una macchia monocromatica delle maglie della squadra, con qua e la macchiette diverse di infiltrati, nuovi acquisti o semplici “imbucati” che non credevano ai loro occhi quando hanno visto la possibilità di infilarsi in quel groppone enorme lanciato a 40 km/h ed è così che dopo circa 30km il gruppo iniziale si è visto aumentare del 40%.

Sinceramente io devo inserire nella seconda fascia, quelli del gruppone. Era da molto tempo che, causa impegni ed infortuni, non mi ritrovavo nella pancia di un gruppo vero, diciamo di almeno 60 persone. Non mi ricordavo fosse così bello, così stimolante e rilassante, ma anche molto pericoloso. Davanti i “cavalli di razza” tiravano senza sforzo, ma un minimo tocco di freni davanti si ripercuoteva amplificato dietro, un po’ come succede sul trenino delle montagne russe…dove il senso di vuoto è inversamente proporzionale alla distanza dal primo vagone.

80/90 km percorsi quasi senza accorgersene tra una chiacchiera con il ciclista a fianco, che molto spesso si è conosciuto proprio in quel momento, e uno scatto bruciante (in tutti i sensi!!) sulla salitella assolata.

Piano piano, ma non troppo, il 90% degli appartenenti al secondo gruppo trasmigrerà nel primo andando ad affollare le griglie di partenza delle gare del panorama Italiano…scaldate i motori, preparate le fascette e le spille la stagione è partita.”